Abbiamo preso a prestito, per il titolo di questo pezzo, con il quale riprendiamo dopo una breve pausa la pubblicazione delle nostre inchieste, una categoria piuttosto vasta e multiforme della Società italiana, siciliana e gelese in particolare: I Cazzari. E’ un termine che raggruppa diverse sottocategorie: I Ciarlatani, Persone a cui solo un idiota può credere, Politici e Sfigati.

Nelle foto di copertina che preannunciano il “pezzo” abbiamo, sempre a nostro parere, tre esempi di Cazzari: il gioco consiste nell’inserire, o meno, nella sottocategoria più appropriata questi Personaggi, dopo avere letto il pezzo, di prossima pubblicazione.

La quarta foto è un fotogramma di un Servizio giornalistico del 2013 di Giusy Costanza sulle malformazioni a Gela, che abbiamo ritenuto opportuno inserire nel Blog per una rilettura più attenta e ragionata.

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Cum grano salis?

Assolutamente no: anche le politiche agricole di chi ci governa in Sicilia e in italia sono frutto di mancanza di buon senso, competenza, amore per la nostra Terra e determinazione nella difesa dei nostri interessi. La globalizzazione sta mettendo sempre più a nudo l'abissale differenza di "saper fare" dei nostri impareggiabili politicanti, da Renzi a Crocetta, da Martina a Cracolici e via elencando: dopo avere svenduto l'Italia alle banche, dopo avere salvato il c@@o ai papà dei ministri che avevano scambiato i milioni di euro dei risparmiatori italiani per delle fiches da giocare (e perdere!) a Monopoli, buttando sul lastrico migliaia di risparmiatori e gravando i contribuenti di altri 40 miliardi di euro di perdite finanziarie (avete letto bene: 40 miliardi di euro, l'ammontare di una robusta "finanziaria" lacrime e sangue) e continuare imperterriti a fare i ministri o a eterodirigere il Consiglio dei Ministri o fondare l'ennesimo partitino, questa volta serio (?), in cui sono più le stelle del simbolo elettorale che i neuroni che affollano le loro teste, stanno svendendo uno dei capisaldi della nostra sicilianità: il grano. basta leggere il pezzo che segue, a firma di Giulio Ambrosetti, per rendersene conto, preannunciando da questo blog, l'apertura di un fronte di denuncia anche di questa malagestio.

 

Dato ufficiale: oltre il 77% del grano duro estero che arriva in Puglia è di scarsa qualità!

 

 Il dato deve fare preoccupare tutti gli italiani. Ricordiamo che è proprio in Puglia – e precisamente nel ‘triangolo’ Altamura-Corato-Foggia – che viene macinato il grano che poi finisce in mezza Italia sotto forma di farina e semola. Quindi il pane, la pasta, le pizze, i biscotti, i dolci e tutti gli altri prodotti che arrivano sulle nostre tavole provengono, ci piaccia o no, da questo grano! Il dato non ce lo inventiamo noi, ma è stato fornito a GranoSalus dall’Agenzia delle dogane.

La notizia dovrebbe fare riflettere tutti i cittadini-consumatori italiani (e forse non soltanto italiani, come diremo più avanti): il 47% di grano duro estero che arriva in Puglia è di bassa qualità; il 30% è di media qualità; mentre solo il 23% è di alta qualità. Sono questi alcuni dei dati che l’Agenzia delle dogane ha fornito a GranoSalus, l’associazione che raccoglie produttori di grano duro di tutto il Sud Italia e consumatori.

Il tema i nostri lettori lo conoscono già: stiamo illustrando i primi controlli avviati da GranoSalus sul grano duro che arriva in Italia e sui derivati dello stesso grano duro (i primi risultati su questi ultimi dovrebbero essere disponibili la prossima settimana).

“Già di per sé il dato è preoccupante – commenta Saverio De Bonis, presidente di GranoSalus -. Di fatto, i nostri dubbi trovano un primo, importante riscontro: solo il 23% del grano duro che sbarca in Puglia con le navi viene definito di alta qualità. Il resto – stando a dati ormai ufficiali – è di media e bassa qualità. La prima domanda che ci dobbiamo porre è: dove finisce il 47% del grano duro estero che sbarca in Puglia e che gli uffici delle dogane definiscono di bassa qualità?”.

“Il dubbio, che poi è più di un dubbio – ci dice sempre De Bonis – è che finisca sulle tavole di milioni di ignari consumatori, non soltanto italiani, ma anche europei e di altri Paesi del mondo. Basti pensare alla pasta industriale che il nostro Paese esporta, per l’appunto, in mezzo mondo, fregiandosi di un Made in Italy garantito da un codice doganale secondo il quale è italiano ciò che ha subìto l’ultima trasformazione sostanziale nel nostro Paese”.

“Detto questo – spiega sempre il presidente di GranoSalus – non possiamo non notare, nella lettura di questi dati che ci sono stati forniti dall’Ufficio delle dogane, altri elementi che ci lasciano perplessi. Quando lo scorso gennaio le dogane ci hanno fornito i primi dati (che potete leggere in questo articolo), il grano estero che arriva nei porti pugliesi veniva classificato in sette codici. Ora i codici sono diventati tre: grano di bassa qualità, di media qualità e di alta qualità. Ma queste sono indicazioni che danno loro: indicazioni generiche, senza ulteriori specificazioni”.

“Che significa, infatti, grano di bassa qualità? – si chiede e chiede ancora De Bonis -. E che significano grani di media e alta qualità? La qualità, o meglio, le caratteristiche della qualità del grano che arriva con le navi non viene esplicitata. Ci riferiamo alle qualità nutrizionali, alle proteine presenti e, perché no?, all’eventuale presenza di miceti e di micotossine. Per non parlare del glifosato. Insomma, in questi dati che ci sono stati forniti fino ad oggi mancano le informazioni che interessano ai consumatori, che hanno diritto di conoscere notizie precise sulla qualità degli alimenti”.

Di fatto, le parole di De Bonis confermano quanto abbiamo scritto qualche giorno fa:

 

Incredibile: nessuno controlla le navi che scaricano il grano estero in Italia…                               E noi mangiamo!

In attesa di conoscere gli altri dati che GranoSalus renderà noti la prossima settimana e nei prossimi mesi – si spera anche con l’aiuto dei cittadini, che debbono diventare i veri protagonisti e partner di questa presa di coscienza alimentare – torna la domanda che ci siamo posti nei giorni scorsi: cosa dobbiamo fare per difenderci dal grano cattivo?

Una prima risposta abbiamo provato a illustrarla nel seguente articolo:

Che fare per contrastare il CETA? Intanto cominciamo a non acquistare più la pasta industriale!

 

Ma questo, forse, non basta. De Bonis ci invita ad essere ancora più attenti. Spiega:

Non acquistare più la pasta industriale è un primo passo importante – dice – almeno fino a quando non avremo i dati esatti sulla qualità della pasta industriale. Se verrà fuori che la pasta industriale è sana e non contiene contaminanti e, in generale, sostanze che provocano danni al nostro organismo, per carità: ben venga la pasta industriale. Mi sembra comunque ottima l’idea di cominciare a pensare di fare la pasta e il pane in casa. Ma, anche in questo caso, bisogna stare attenti”.

“Quando andiamo ad acquistare la farina dal mugnaio – aggiunge De Bonis – dobbiamo chiedergli: il grano lo ha acquistato dai commercianti o dagli agricoltori? Il passaggio è fondamentale. Perché nel grano duro del Sud è importante applicare la regola del prodotto a chilometro zero o comunque riconducibile a una zona del Mezzogiorno che garantisca la qualità dello stesso grano duro. Così diventa necessario conoscere il luogo di provenienza del grano del mugnaio che vi vende la farina. In altre parole, il consumatore deve esigere dal mugnaio prove documentali che dimostrino la ‘tracciabilità’ dell’acquisto di materia prima che nei supermercati non è possibile ottenere”.

“Detto in parole ancora più semplici – aggiunge il presidente di GranoSalus – i consumatori potrebbero chiedere al mugnaio di esibire la fattura di acquisto del grano duro. Dovrebbe essere lo stesso mugnaio ad esibire la fattura a garanzia di chi va ad acquistare da lui la farina”.

Fermo restando che i dati forniti dalle dogane vanno presi con le pinze, in attesa di ulteriori delucidazioni, salta agli occhi un dato: il 60% del grano duro canadese che arriva in Italia sbarca in Puglia. Domanda: e l’altro 40% dove va?

“Noi abbiamo il dubbio che possa sbarcare nei porti siciliani, a Ravenna, ad Ancona, a Savona e a Civitavecchia”, sottolinea De Bonis.

“Un altro dato che ci sembra importante segnalare – sottolinea sempre il presidente di GranoSalus – è che l’88% del grano duro estero che arriva in Puglia affluisce nel porto di Bari. Quali gruppi industriali orbitano nell’area di Bari?”.

“Va ricordato – conclude De Bonis – che, oltre ai gruppi industriali della molitura e della pastificazione, nella zona pugliese e lucana ci sono due noti presidi famosi per il pane che, da alcuni anni, hanno cambiato i propri disciplinari per inserire il grano estero tra le miscele di varietà di grano che utilizzano”.

 

 AFFARI DI FAMIGLIA - PARTE Ia

 

La “Cricca allargata” di Gela

 

Percorrendo la S.S. n. 115 che da Licata conduce a Gela, in prossimità del centro abitato, leggiamo che  Gela  è video sorvegliata: su questo paiono esserci pochi dubbi, il problema è capire da chi è “sorvegliata”;  ed è in questo contesto che introduciamo il termine politico-ideologico di “Cricca”.

Nel linguaggio ancora ottocentesco degli anni Sessanta il termine “cricca” si usò per Lin Piao, quando divenne nemico di Mao Tse Tung, o per il “gruppo antipartito” denunciato da Krusciov nell’epoca della destalinizzazione.

Vecchie parole, vecchie storie: la cricca o anche la “clique” nel linguaggio internazionale adattato all’inglese dal francese,  vuol dire che certa gente condivide interessi convergenti, si mette insieme per soddisfarli, coopera in vari modi, anche i più spregiudicati: per questo la loro rete non si chiama “cooperativa” o “associazione”, si chiama con eco moralistica una “cricca”.

Di una cricca - concetto politico con sfumatura etica che presume una situazione di lotta tra fazioni avverse - non importa tanto la illegalità dei comportamenti, che è invece tassativamente implicita nel caso di una banda criminale: importa invece la eventuale illegittimità, il fatto cioè che la cricca realizzi spregiudicatamente fini considerati incompatibili, prima che con le norme di un codice, con gli usi consolidati e la cultura civile di una Società, per non dire della legge naturale o di ragione.

Un sistema di relazioni professionali e personali che “fanno  sistema”, un sistema di potere in cui appare normale accettare e sollecitare utilità di ogni genere da parte di imprenditori del Settore dei pubblici servizi, settore nel quale  i pubblici ufficiali hanno potere di decisione o notevole potere di influenza e gli imprenditori hanno aspettative di favori.

Ecco.

        Questo è il reato della cricca:  governare un sistema di potere con favoritismi incompatibili con una società ordinata e decente.

      L’unico modo di ridurre il peso delle cricche, senza pretendere moralisticamente di eliminarle, è una legislazione semplificata e severa, una buona cultura del pubblico capace di imporre il disprezzo invece dell’ammirazione per i comportamenti antisociali, un esercizio decisionista dell’autorità sotto la sorveglianza della stampa, dell’opinione pubblica e, sopratutto, delle Istituzioni preposte a sanzionare le attività illecite.

      A Gela le “cricche” della politica pensano e perseverano in silenzio alla ricerca continua di un’opera pubblica da realizzare con i soldi della collettività (poco importa se, come nel caso del nuovo Palazzo di Giustizia, i proprietari del terreno dove sorge l'edificio vengono espropriati di fatto senza adeguata contropartita), di un Servizio da affidare in concessione o dove costruire e su quale terreno il nuovo stadio o il Camposanto, se “condizionare” e come la realizzazione delle opere del porto con il denaro pubblico, o il porticciolo turistico e gli approdi a gestione e realizzazione da parte di privati imprenditori, o come creare nuovi posti di lavoro farlocchi per foraggiare il clientelismo elettorale, o come aggiustare “l’equilibrio” della maggioranza politica per poter così controllare le deliberazioni, quindi il pubblico danaro, senza curarsi minimamente dei problemi della gente, della reale condizione in cui versa la popolazione, costretta a patire la fame, la miseria e tanta umiliazione.

     Oltre a quella economica, questa è la profonda crisi della nostra politica locale, ormai relegata in un vicolo cieco da dove sarà difficile uscirne indenni e senza danni collaterali per l’intera comunità gelese; uomini eletti dal popolo il più delle volte con l’inganno (è anche il caso della coppia Messinese-Siciliano, rispettivamente Sindaco e viceSindaco del comune di Gela, a cui i Cinquestelle hanno strappato il simbolo dal petto perché questi signori, prendendo in giro 23mila gelesi, erano convinti di potere gestire il Bene pubblico all’interno di un circuito cittadino blindato su interessi piuttosto opachi e consistenti, cui non erano e non sono estranei “pezzi” della vecchia “nomenclatura” cittadina che ancora conta) insensibili ai problemi della popolazione, così come alla situazione economica in generale e alla perdita dei tanti posti di lavoro e del reddito familiare, ritenendo tutto ciò normale routine quotidiana.

    L’impressione generale è che nessuno controlla più niente: la “nave pubblica” naviga nel buio più profondo  senza timoniere né comandante e senza nemmeno l’equipaggio perché tutti rassegnati all’amara prospettiva di sbattere a breve negli scogli del fallimento; un vuoto pneumatico devastante dove la rabbia prende il posto della ragione verso Istituzioni pubbliche che scricchiolano e si sgretolano nelle loro fondamenta.

    Gli uomini che gestiscono il Palazzo del potere sono latitanti dalla scena politica attiva della società, e, ancor peggio, confusi, impegnati a cercare soluzioni individuali per i propri “famigli” tralasciando l’impegno verso la comunità da amministrare, come fosse una cosa privata.

    Consiglieri comunali che, a loro insaputa, apprendono che il proprio figlio è stato assunto dalla ditta che raccoglie i rifiuti in città e che vengono inseriti nella Commissione consiliare di indagine chiamata ad indagare anche su quella stessa ditta; altri che, destinatari di avvisi di garanzia per reati pesantissimi, continuano imperterriti a svolgere il pubblico mandato di consigliere comunale pur essendo, riteniamo tra l’altro, incompatibili per effetto del loro profilo di amministratore di ditta privata che con la pubblica amministrazione pretende di avere rapporti.

   Ed ancora pubblici amministratori che hanno fatto cinquina non nel senso cabalistico ma che sono imputati in cinque procedimenti penali tuttora in corso e vengono lasciati governare da Messinese e Crocetta e a continuare a spendere e spandere il pubblico denaro.

Sindaci e vicesindaci, e ci riferiamo sempre al duo Messinese-Siciliano che, emulando, anzi facendo di più e peggio dei loro predecessori, premiano illecitamente e con titoli probabilmente truccati o manipolati, dipendenti comunali, gravati di pesanti avvisi di garanzia, nominandoli dirigenti della stessa, delicata ripartizione che ha direttamente a che fare con l’indagine che li riguarda, oppure che vengono pescati sempre illecitamente tra gli ultimi aventi titolo all’assegnazione di funzioni superiori.

    La logica è sempre la stessa: così come ai cavalli si dà la zolletta di zucchero per avvicinarli ed ottenerne sudditanza psicologica, più platealmente l’affidamento di una dirigenza comunale con raddoppio dello stipendio mensile a chi non ne avrebbe merito soddisfa l’insieme di necessità fisiche primarie (fame, sete, fatica…) e stati emotivi (paura, ansia, soddisfazione…) dei più deboli disponendoli così a firmare, se necessario, atti non esattamente limpidi e legittimi ma funzionali alla cricca; tutto questo sotto l’attenta e vigile, per modo di dire, responsabilità del Segretario comunale, responsabile anche della lotta alla corruzione.

    Altri, e ci riferiamo ad Assessori comunali in carica, pur con un passato politico di rispetto nella loro qualità di ex Segretari cittadini dell’Italia dei Valori, li vediamo ridotti a recitare copioni da farsa se non fosse che con le loro dichiarazioni aprono enormi buchi di Bilancio a tutto danno dei cittadini gelesi; il riferimento è all’Assessore al Bilancio Fabrizio Morello ed alla sua dichiarazione di qualche giorno fa ad un quotidiano regionale con la quale veicola notizie e dati falsi: affermare che il costo annuo della raccolta e conferimento dei rifiuti solidi urbani a Gela è di 10 milioni di euro (ragione per cui lo stesso Morello porta in Consiglio comunale una proposta di Delibera farlocca per l’aumento del 40% della Tassa sui rifiuti), siccome detta da un amministratore pubblico riteniamo sia da codice penale e come tale perseguibile, e pone dei quesiti che giriamo al Consiglio comunale e non solo:

1)      Chi ha firmato una perizia, se esiste, che stabilisce legittimamente e ragionevolmente tale costo?

2)      Che percentuale di raccolta differenziata viene assicurata con tale costo esorbitante?

3)      Quali interessi poco chiari si intende perseguire dichiarando falsamente costi poco realistici?

4)     Perché il duo Messinese-Siciliano ha deciso illecitamente di accordare una terza proroga del Servizio alla Tekra s.r.l. piuttosto che celebrare una gara pubblica?

In realtà, l’Assessore Morello è a conoscenza (ma anche Messinese-Siciliano), e qui stà il dolo a parere di chi scrive, che il costo annuo del Servizio in questione, con una previsione di percentuale di raccolta differenziata addirittura del 65%, non è di 10 milioni di euro ma di appena 6 milioni di euro, al lordo, peraltro, del ribasso d’asta.

L’attività di una Giunta comunale, della Giunta comunale della sesta città della Sicilia, dovrebbe prevedere necessariamente approfondite valutazioni in merito alla coerenza dell’attività gestionale del Servizio in questione con specifico riguardo ai parametri suggeriti più volte dalla Corte di Conti:

a) la missione istituzionale dell’Ente;

b) l’effettivo raggiungimento di un rapporto costi/benefici soddisfacente;

c) l’appropriatezza del modulo gestionale;

d) la comparazione con i vantaggi/svantaggi e con i risparmi/costi/risultati offerti da possibili moduli alternativi;

e) la capacità della gestione di perseguire in modo efficace, economico ed efficiente, in un’ottica di medio-lungo periodo, i risultati assegnati,     anche in termini di promozione economica e sociale.

   Ma un diligente esercizio dei compiti di vigilanza, d’indirizzo e di controllo del Sindaco, del vicesindaco e dell’Assessore Morello presupporrebbe un vero governo Cinquestelle della città di Gela e non quello che siamo costretti a sopportare, auspichiamo non ancora per molto.

 

 A questo punto, e concludiamo, è la Procura della Repubblica di Gela ed il nuovo Procuratore Capo, dott. Ferdinando 

Asaro (il cui assolutamente condivisibile pensiero riportiamo in calce: la lotta alla criminalità organizzata è realizzabile solo in presenza di una magistratura autonoma e indipendente da ogni forma di potere e controllo, sottoposta solo alla legge e che realizza, con la sua attività, il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge senza alcuna distinzione. E tale principio costituzionale, spesso calpestato e denigrato nel nostro Paese, è ciò che deve renderci orgogliosi, poichè grazie ad esso facciamo parte di un sistema democratico ...") che, auspichiamo, devono fare luce anche su questa presunta querelle: delle due l’una o chi scrive è un diffamatore di professione oppure chi governa Gela è, ancora una volta, una banda di malfattori.

 

A breve, nelle prossime puntate di “Affari di famiglia”, vi parleremo ancora una volta di Rsa, di termovalorizzatori, della cricca di Rosaro Crocetta & Soci, delle squallide manovre e degli ultimi gravissimi atti posti in essere per truffare e spogliare cinquemilioni di siciliani di quel che resta dei loro beni.

 

La Triade ...

 

Incredibile!

 

L'A.T.O. Cl2, Ente partecipato del comune di Gela, non si costituisce 

parte civile nel processo penale che vede come principale imputato l'avv.

 Giuseppe Panebianco, pur essendo l'A.T.O. Cl2, secondo il Tribunale di Gela, l'Ente pubblico maggiormente leso dall'attività illecita posta in essere dallo stesso Panebianco; e indovinate perchè: 

perchè il Sindaco di Gela mantiene, tuttora, l'avv. Giuseppe Panebianco come Amministratore pubblico (spende, cioè, soldi pubblici) dello stesso A.T.O. Cl2, piuttosto che dimissionarlo, e se ne va in giro per l'Italia con la speranza di raccattare interviste nei mass media che possano riabilitarlo. 

E' il caso, allora, di pubblicare la foto (in alto) della Triade, dei tre componenti, cioè, della giunta comunale di Gela, che, in questi sei mesi, si sono distinti come campioni di legalità, trasparenza e giustizia ...

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La stupidità e l'arroganza crescono sullo stesso ceppo e ramificano nella disonestà: se Wolfgang Goethe avesse conosciuto qualche  giovane, rampante, parvenu, attuale amministratore del comune di Gela, probabilmente avrebbe aggiunto alla stupidità e all'arroganza anche il ramo della vigliaccheria ...

@@@@@@

 ... ne parleremo nei prossimi giorni, svelando gli inciuci perpretrati dall'ex Sindaco di Gela, avv. Angelo Fasulo, e dal suo fido Commissario Liquidatore dell'A.T.O. Cl2, avv. Giuseppe Panebianco, sul Business dei rifiuti, favorito anche dall'Amministrazione in carica del Sindaco Messinese (nella foto in alto a destra prima di diventare Sindaco).

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OPERAZIONE

“AFFOSSA SICILIA”

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E’ il sottotitolo che abbiamo voluto dare, a ragion veduta, ai due Decreti,

“Sblocca Sicilia” e “Sblocca Italia”, varati, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, nel 2014, dall’accoppiata Crocetta-Renzi.

In periodi di crisi, e quello che sta attraversando l’Italia è, forse, il più tragico del dopoguerra,

ci si dovrebbe ingegnare, con senso della misura, competenza e profonda conoscenza delle problematiche sul tappeto,

per adottare tutte le contromisure possibili ed utili per tentare di uscire

dalla palude della stagnazione.

Che cosa fanno Crocetta e Renzi?

Nel mese di giugno dello scorso anno (2014) Crocetta, assistito  dal suo Assessore alle Attività Produttive, dott.ssa Linda Vancheri, firma un protocollo di intesa con l’Eni, Ente petrolifero di Stato, con il quale, in pratica, fa decadere due precedenti atti del Governo Lombardo 

che bloccavano qualunque ipotesi di trivellazione nel Mediterraneo ( Allegato 1 ).

Con un tempismo degno di miglior causa il Governo Renzi, nel successivo mese di novembre, pone la fiducia al Senato sulla trasformazione in Legge del Decreto cosidetto “SbloccaItalia”, e la ottiene tra le vibranti proteste dei Senatori cinquestelle che sottolinearono la loro contrarietà ad una Legge che avrebbe favorito le trivellazioni petrolifere ed altre Opere contro l’Ambiente.

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Il tratto del Canale di Sicilia prospicente la costa sud-occidentale dell’Isola, è caratterizzato da una grande instabilità per la quale è necessario non procedere ad effettuare trivellazioni per estrazioni di petrolio poichè quest’area marina oltre

 al vulcanesimo attivo, risulta essere interessata da fenomeni di pseudo-vulcanesimo sedimentario con frequenti esplosioni sottomarine che scatenano periodicamente terremoti di magnitudo anche superiori al 4 grado della scala Richter”.

Si può sintetizzare così il messaggio lanciato dal dott. Domenico Macaluso, uno dei massimi conoscitori della geologia dei fondali del Canale di Sicilia; un tema attuale e delicato, un appello che il medico di Ribera, particolarmente sensibile ai temi ambientali e di sicurezza del territorio, ripete da anni in occasione di interviste realizzate da importanti testate giornalistiche nazionali, internazionali e note trasmissioni televisive come ad esempio Report e Presa Diretta.

I rischi pe L’ambiente marino, flora e fauna, il turismo e per la stessa popolazione costiera sono talmente alti che, anche uniti ai minimi vantaggi energetici teorici dovuti all’intercettazione e commercializzazione di tutto il petrolio giacente nel mare Mediterraneo (uno sgravio della bolletta energetica nazionale di soli due mesi, stante ai si dice) ci fanno concludere che il nostro mare non può essere trivellato: l’eco della tragedia delle Maccalube non si è ancora placato eppure vogliono trivellare Gela, Pantelleria, Sciacca etc…, zone a forte rischio vulcanico.

Effettuare delle trivellazioni potrebbe risvegliare dei vulcani, creando un vero disastro. Non possono esistere trivellazioni nel Canale di Sicilia perché abbiamo una presenza di pseudo-vulcanesimo sedimentario che potrebbe creare problemi: questa radicale presa di posizione trova conforto in numerosi rapporti scientifici, nella Nato e nella stessa Unione Europea. In effetti la pericolosità delle trivellazioni è conclamata anche dalla direttiva 2013/30/UE ove si parla di “conseguenze devastanti ed irreversibili sull’ambiente marino”, nonché dal “Protocollo sulla protezione del Mediterraneo” (Gazzetta Ufficiale U.E. del 9 gennaio 2013) il quale “riconosce che l’inquinamento che ne può derivare rappresenta un grave pericolo per l’ambiente e per gli esseri umani”.  

Ma c’è di più: il recente, prima menzionato, provvedimento del Senato ha dato il via libera anche all’uso dell’air gun  per la ricerca degli idrocarburi sui fondali marini. (l’air gun è una tecnica di prospezione geosismica; consiste nel sondare il fondo del mare sparando ripet

utamente e con alta frequenza aria compressa contro i fondali. L’impatto di questi spari - vere e proprie esplosioni - genera onde di rifrazione letali per l’ambiente marino). A questo vanno aggiunte le numerose attività di perforazione già in atto da anni nel Mare Nostrum per la ricerca di idrocarburi. Notizie non certo incoraggianti che fanno riflettere sui rischi a cui sarebbero esposti l’ambiente marino, il territorio e le popolazioni se venissero intraprese le ricerche petrolifere anche nel Canale di Sicilia a causa dell’instabilità di quel tratto di mare.

Non certo per alimentare becero catastrofismo, pubblichiamo alcune foto di pesci (tipo coregoni) presenti nel lago Athabasca, in Canada, con evidenti malformazioni (alle pinne, alla coda, allo scheletro etc…): uno studio della stessa Università della provincia di Alberta, in Canada, ha confermato la presenza, nel fiume e nel lago, di sostanze tossiche legate allo sfruttamento delle sabbie bituminose, che avviene a monte; è, quindi, per tali motivi, consapevoli dei rischi (del tutto simili a quelli presenti nelle trivellazioni del golfo del Messico e culminati, 5 anni fa, nel devastante disastro ambientale, proprio per effetto di una sacca di metano sotterranea esplosa durante una trivellazione, che ha visto saltare in aria la piattaforma petrolifera della Deepwater Horizon e lo sversamento a mare di qualcosa come 800 milioni di litri di petrolio in un’area estesa circa 3200 kmq) che possono derivare da prospezioni e trivellazioni nel nostro Mediterraneo che, da gelesi, chiediamo ancora una volta alla nuova Amministrazione comunale, ed in particolare all'Assessore Pietro Lorefice, di  battersi in prima linea, a differenza di chi lo ha preceduto, 

 affinché l’opinione pubblica sia informata e prenda coscienza su quanto sta accadendo.

A giorni, acquisita la disponibilità di illustri

 ricercatori nel Settore, auspichiamo, quindi, che l'Assessore comunale di Gela, Pietro Lorefice, organizzi in città un incontro con tutta la cittadinanza 

   e con i Sindaci e rappresentanti politici dei Comuni rivieraschi e non, opportunamente sensibilizzati, alfine di  

garantire una pronta collaborazione

   mirata a prevenire la passiva accettazione di irresponsabili interventi di

estrazione petrolifera nel Canale di Sicilia,

 disseminato, come abbiamo argomentato, di insidiosi fenomeni di 

pseudo-vulcanesimo sedimentario.

A tal proposito anche i cittadini devono realizzare attività di sensibilizzazione con il coinvolgimento delle scuole ed esposti

 all’UE, i Comuni devono coinvolgersi urgentemente in questa battaglia: gli Organismi assembleari con l’approvazione di direttive estremamente chiare e determinate e gli Organi di governo con prese di posizione nette ed efficaci.

E’ necessario costituire un Area Marina Protetta sotto l’egida dell’UE nel Canale di Sicilia.

Occorre anche promuovere una campagna referendaria abrogativa della legge “Sblocca Italia” grazie alla quale si stanno concedendo tante concessioni. E la Regione Siciliana? Dovrebbe impugnare l’art. 38 del Decreto “Sblocca Italia” per incostituzionalità e richiedere, anche con finalità di Protezione Civile, uno studio oceanografico per il monitoraggio dei vulcani di fango nello stretto di Sicilia, ma finchè a reggere le sorti della 

regione Sicilia ci sarà Pappagone e 89 nani da giardino, come abbiamo visto, questa, forse, è un’utopia!

Concludiamo scusandoci di non avere avuto più tempo e spazio per documentare esaustivamente quanto ci eravamo proposti, ma dichiarandoci pronti, quì e altrove, a irrobustire con atti e ulteriori chiarimenti gli architravi di chi fosse chiamato a redigere eventuali, conseguenti istruttorie.

 

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OPERAZIONE 

“Riuscirà Gela a diventare una città decente, amministrata da grillini normali?"

 

O.K., fortunatamente di grillini blateranti (blaterare è di chi parla a vanvera, senza azionare il cervello - vedi vignetta in basso) ce ne sono una sparuta minoranza, ragione per cui c’è solo da sperare che il Sindaco Messinese non abbia firmato un contratto elettorale capestro con qualche cricca di zombies e riesca a liberarsi delle scorie radioattive prima che riescano a contaminarlo irrimediabilmente.

Non è che le premesse siano confortanti, perchè sondando gli umori quasi unanimi degli addetti ai lavori e non, l’impressione, netta, è che finora il Sindaco Messinese non abbia avuto accanto un viceSindaco fedele interprete della logica pentastellata fatta di rigore, trasparenza, anteposizione dell’interesse collettivo a quello personale, compartecipazione dei cittadini alla cosa pubblica e strenua difesa degli interessi di questi ultimi, abbondantemente disattesa nei decenni scorsi, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: ne abbiamo parlato, con dovizia di particolari, nell’articolo precedente, omettendo di riferire che tra due incarichi legali a due professionisti, pare, vicini ad un consigliere comunale del Pd, qualche debito fuori Bilancio del 2014, pare, geneticamente affine e frettolosamente inserito nella proposta di delibera al vaglio del Consiglio comunale, qualche lavoro di ristrutturazione di edifici, pare, di culto-non di culto, sembra che si sia aperta una ennesima campagna-acquisti di stampo tipicamente Crocettiano, solo che gli interpreti sono questa volta dei sedicenti grillini.

Con questa premessa vorremo entrare nel merito di alcune vicende: quelle, per intenderci in cui si misura con sufficiente precisione di che pasta sono fatti gli Amministratori locali e quali interessi perseguono; parliamo di malformazioni e inquinamento passato, presente e futuro.

Gli esperti nostrani parlano di approccio ingegneristico al tema: confesso che nonostante una laurea in ingegneria discretamente guadagnata circa quaranta anni fa, o forse proprio per questo (troppo datata nel tempo) sentire parlare di approccio ingegneristico nei rapporti con l’ENI mi fa venire la pelle d’oca; molto brevemente, poichè il senso di questo articolo, come  gli altri di questo blog,  non è quello di perdere tempo con sciatte (leggi: senza nerbo) dichiarazioni da saltimbanchi di piazza Jemaâ el Fna, che meriterebbero di essere presi a calci nel culo e rimandati a casa per la soavità con cui rilasciano certe affermazioni di una gravità inaudita, ricordiamo che il Report dell’Istituto Superiore della Sanità, pubblicato nel 2009, recita: “… la devastazione di acque, terra e aria è stata causata, secondo esperti e ambientalisti, dal polo industriale di Gela che  ha comportato nel corso degli anni una progressiva contaminazione di diverse matrici ambientali, nelle quali sono stati rilevati livelli estremamente elevati di inquinanti chimici con caratteristiche di tossicità, persistenza e bioaccumulo.

Ebbene, diciamo in stretto ed efficace dialetto palermitano: “veni î rridiri”; perché se parla l’Assessore Piero Lorefice, grillino doc e ambientalista preparato e convinto, in linea anche con recenti studi epidemiologici, questi spiega, tra l’altro,  che “… le sorgenti inquinanti in passato sono state tante e hanno devastato tutto. Il polo produceva concimi chimici e polimeri, da poco hanno completato la bonifica dei fosfogessi, sostanze tossiche e radioattive che temo siano state in passato sversate anche a mare: l'Eni ha da poco tombato 6 milioni di metri cubi di rifiuti, che formano una collina alta una cinquantina di metri.

Paradossalmente, invece di fargli piantare un po' di alberi, hanno permesso all'azienda di costruirci sopra un nuovo impianto fotovoltaico. Peccato che nemmeno un Kilowatt dell'energia prodotta andrà a vantaggio dei gelesi.

Se parla il viceSindaco, questi recita:Non c’è nessuna sentenza passata in giudicato dalla quale emerge un nesso di causalità fra le malformazioni e l’inquinamento”, per poi aggiungerePer noi le bonifiche sono vincolanti”.  

Perdonateci il paragone forse poco adatto al tema, ma è come se l'ala destra della Nazionale di calcio, si involasse con il pallone ai piedi sulla fascia e  facesse partire dal fondo un cross magistrale in area e, quì, il centravanti nostrano, invece di schiacciare in rete la palla, con un salto portentoso la prende con le mani e se la porta gongolando verso la propria porta!

Peccato, infatti, che anche lo studio dell'Osservatorio epidemiologico della Regione Sicilia, intitolato "Stato di salute della popolazione residente nel sito di interesse nazionale per le bonifiche di Gela", consegna - ancora una volta - risultati agghiaccianti.

Le analisi delle tabelle sulla "mortalità", di cui vi risparmiamo la lettura, in alcuni casi sono persino peggiori rispetto a quelle di Taranto.

Sono centinaia gli operai che hanno lavorato al petrolchimico ad essere finiti dentro i nosocomi sparsi nella provincia di Caltanissetta.

Molti di loro hanno lavorato all'ex impianto Clorosoda, chiuso a metà degli anni ’90: un reparto foderato d'amianto con 52 celle piene zeppe di mercurio, usato per produrre soda caustica e idrogeno; secondo le testimonianze delle tute blù, il metallo veniva raccolto con secchi e mestoli.

Peccato, inoltre, che per ripulire la zona dai veleni, spiega una ricerca su costi-benefici pubblicata sulla rivista internazionale Environmental Health nel 2011, a Gela «i costi della bonifica ammonterebbero a circa 6,6 miliardi di euro. Una cifra molto più alta, dunque, dei fondi allocati per bonificare il sito».

L'Eni e lo Stato, in pratica, dovrebbero sganciare altri 6 miliardi  di euro se volessero ripulire il territorio: con l’approccio ingegneristico locale, quindi, riusciremmo, per ora,  ad avere bonificato solo il 10% del danno causato nei decenni scorsi dall’Ente petrolifero: cioè niente!

E, inevitabilmente, ritorniamo a parlare del Tribunale di Gela e la domanda sorge spontanea: se come Procuratore Capo della Repubblica, Gela avesse avuto il Procuratore Capo di Taranto è così difficile immaginare che a finire già sul banco degli imputati, con condanna passata in giudicato, sarebbe stata l’ENIchem di Gela prima dell’ILVA di Taranto?

Non ci meraviglieremmo più di tanto se, a questo punto e per finire questa breve sezione della nostra inchiesta, il prossimo assessore ad essere silurato fosse proprio Piero Lorefice, colpevole di rilasciare dichiarazioni non in linea con l’Amministrazione Siciliano ...

Domani sera pubblicheremo sul blog la nostra inchiesta (vedrete: per certi versi terrificante!) sulle trivellazioni nel Mediterraneo.

Roberto Sciascia

 

 

 

 

 

La Giunta Grillina di GELA ...

 

 

 

 

 

... a Trazione democristiana 

ENI-LOTTI-ZZATA

 

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E le (5) STELLE stanno a guardare?

 

Eni-lotti: no, non si tratta del gioco che consiste nell'indovinare i primi estratti delle dieci ruote del Lotto; è semplicemente un calembour  che vuole sintetizzare in un acronimo la nostra percezione dei rapporti, a senso unico, dell'Amministrazione comunale di Gela, che è targata sì Beppe Grillo, ma con libretto di circolazione contraffatto perchè, pare, di proprietà  della costellazione, di logica tipicamente democristiana, dell'Ente petrolifero di Stato, quì dismesso, e di Settori, piuttosto deviati, della Procura della Repubblica di Gela.

Ricordiamo lo scorso 15 giugno 2015 quando, con grandi manifestazioni di giubilo, il popolo grillino di Gela e non, festeggiava in piazza Umberto I° con cori, slogans e bandiere l'elezione a Sindaco di Domenico Messinese, 50 anni, impiegato Telecom, di origini favaresi: «Abbiamo raccolto e interpretato bene il desiderio di cambiamento della popolazione gelese», ha detto a caldo il neo sindaco di Gela, «Non ha vinto Domenico Messinese - ha aggiunto - ma l'intera popolazione di Gela. E ora cambieremo questa città!». Gli faceva eco Giancarlo Cancelleri, capogruppo all'Ars e portavoce del «M5S»: "dopo la vittoria del grillino Domenico Messinese a Gela", ha detto,"siamo ben felici del risultato specie dopo una campagna elettorale dura con scontri verbali e troppi veleni contro di noi. I cittadini, però, hanno voluto premiare chi era portatore di una proposta politica di cambiamento ...", aggiungendo "... stiamo cercando di fare la differenza in tutti i Comuni che amministriamo, mettendo il cittadino al centro della nostra politica." 

"Una politica di cambiamento, quindi, che metta, finalmente, il cittadino al centro della nostra politica", hanno sostenuto in coro i grillini a Gela.

Uhmmm ... l'amico Giuseppe Piero Grillo, detto Beppe, Leader del Movimento Cinquestelle, avrà diversi difetti, come tutti del resto, ma è uno che non fa sconti a nessuno: non ne facciamo neanche noi, abituati, notoriamente, a far cantare le carte, e a provare a leggere dietro le quinte di qualunque palcoscenico, a maggior ragione se gli abiti di scena sono, presuntamente, grillini.

Proviamo, quindi, a mettere in fila i "si dice", i "rumors" e ad unirli ad alcuni  passaggi istituzionali piuttosto significativi per  raccontare qualcosa che sembra assumere sempre di più i contorni di una sistematica presa di potere di settori originariamente democristiani, saliti sull'autobus dei Cinquestelle e non certo perchè recuperati ad una logica pentastellata, di rigore, trasparenza e compartecipazione dei cittadini alla cosa pubblica.

La partenza dai box

Dunque, l'ing. Simone Siciliano, e la sua cordata, pare che si erano proposti, già fin dall'anno scorso, all'allora candidato Sindaco, avv. Lucio Greco, tanto da contribuire significativamente alla stesura del programma elettorale dell'avv. Greco stesso. 

Pare, sempre, che il raggiungimento del risultato, negli auspici della cordata di Siciliano, era così determinato che, per non lasciare niente al caso, questi si avvicinò anche ad ambienti pentastellati, sopratutto dopo l'individuazione di Messinese come candidato sindaco (come se in Formula Uno qualcuno, nel Paddock, scaldasse contemporaneamente i motori Ferrari e Mercedes per decidere all'ultimo momento con quale vettura gareggiare!).

 

I rumors narrano che Domenico Messinese e Simone Siciliano, pare, non si conoscessero; la candidatura di Siciliano ad Assessore del candidato Sindaco Messinese, giunge, apparentemente, dal basso: dal Meetup grillino gelese (della serie: non sono stato io candidato SIndaco a premeditare l'ascesa ad assessore non grillino di Siciliano, tutt'al più ne imporrò, ad ogni costo, ma solo dopo la vittoria elettorale, la vicesindacatura con tutte le deleghe "sensibili") e, in particolare dall'avv. Simone Morgana, giovane e rampante grillino, a quanto pare, raggirato ed agganciato con la scusa di una manifestazione congiunta del Rotary provinciale, di cui l'ing. Siciliano è socio, con l'associazione cicloturistica gelese, di cui lo stesso avv. Morgana è espressione.

Vorremmo, a questo punto, fare un esempio: se il Capogruppo di una cordata di importanti imprenditori privati, oltrechè titolare della realizzazione dei più importanti lavori pubblici in città, divenisse anche vice Sindaco della stessa città, evidentemente, qualche campanello di allarme dovrebbe suonare, anche se a capo della Giunta comunale non ci fosse un grillino: il conflitto di interessi sarebbe così eclatante che anche nella sonnacchiosa, estrema periferia dell'Impero sarebbe d'obbligo una energica levata di scudi finalizzata ad impedire che i controllori e i controllati si identifichino nelle stesse persone, oppure, più riduttivamente, ad impedire che chi fa un mestiere, più o meno bene, ne faccia strumentalmente e contemporaneamente un altro, o ad impedire, nel peggiore dei casi, che qualcuno cavalchi un' Istituzione pubblica per difendere al meglio i propri privati interessi.

Cerchiamo di spiegarci meglio.

L'ing. Simone Siciliano,  nella 1' foto soprariportata con, dietro, la non casuale sovrapposizione dello stemma DC, è l'ingegnere a capo di un team la cui proposta di Piano di Azione per l'Energia Sostenibile, nell'ambito di una Direttiva Comunitarianota come "Patto dei Sindaci", è stata prescelta dal comune di Gela, lo scorso 12 agosto 2014, durante la Sindacatura di Fasulo  & Soci: un soggetto, quindi, portatore di interessi privati, o, come ci dicono i bene informati, uno "Stakeholder" per il comune di Gela.

Sarebbe stata, quindi, una precisa violazione del codice etico del comune di Gela (Allegato 1 - pagg. 5, 7 e 8) quella dell'ing. Simone Siciliano, laddove all'atto della individuazione della sua persona come Assessore comunale della Giunta grillina del sindaco Messinese, avesse dichiarato di non avere cause di incompatibilità nell'assunzione dell'incarico di Assessore o, peggio, ne avesse taciuto l'esistenza: l'ing. Simone Siciliano, ripetiamo e chiariamo meglio, quale Capogruppo del team individuato come progettista del PAES di Gela, a seguito dell'approvazione da parte della Giunta comunale del Piano stesso, lo scorso 31 gennaio 2015, sarebbe, quantomeno, ragionevolmente e moralmente incompatibile, anche rispetto a qualunque tentativo dell'ultima ora di annacquare, in qualche modo, tale incompatibilità, dal momento che la progettualità di tale Piano deve essere monitorata e tradotta in un elenco di interventi stabilendo priorità, cronoprogramma, scadenze e provvista finanziaria per ciascuno di essi, dovendosi occupare i redattori del PAES e l'Assessore al ramo, ovviamente, anche dello sviluppo dei piani, cioè degli appalti che questi progetti generano.

Non vorremmo calcare la mano su questo punto, limitandoci ad aggiungere due o tre cose che, ça va sans dire, hanno ancora una volta il sapore dell'inciucio, condito di pressappochismo, approssimazione, vorremo dire anche di arrogante imbecillità:

- del team di professionisti redattori del PAES del comune di Gela, figura, come parte privata, oltre all'ing. Simone Siciliano, anche l'alter ego  per Campofranco dell'ex Sindaco Fasulo, e, cioè, l'ing. Isidoro Mazzara, 74 anni, coordinatore della lista Renzi nel comune di Campofranco, e come parte pubblica e coordinatore del PAES, appunto, l'avv. Angelo Fasulo,  coordinatore della lista Renzi di Gela;

- con la determinazione dirigenziale (Allegato 2) n.787 del 12 agosto 2014, il dirigente comunale Responsabile del Servizio dichiara che "... l'Amministrazione comunale non ha personale tecnico idoneo alla redazione ed allo studio del Piano in argomento":

 molto strano, perchè proprio qualche mese prima la dott.ssa Zanone, dirigente al ramo che ha firmato la determinazione in questione, aveva chiesto ed ottenuto il trasferimento presso la Ripartizione da Lei diretta di ben tre tecnici: l'ing. Capizzello, l'arch. Cernigliaro e l'ing. Cosentino.

Nello specifico, il curriculum professionale di almeno due dei tre tecnici summenzionati è tale da far impallidire la maggior parte dei tecnici del Settore, oltre che l'ing. Siciliano medesimo: Laurea conseguita con 110 e Lode, oltre 27 anni di anzianità di Servizio nella Pubblica Amministrazione, Attestato di frequenza della Scuola Superiore di Alta Amministrazione dello Stato, Stages sulla Sicurezza nei cantieri, una lunga serie di importanti opere e Servizi pubblici progettati e diretti, abilitazione alla direzione tecnica di discariche pubbliche controllate, conoscenza scritta e parlata di due lingue, insomma una garanzia per qualunque dirigente di ottenimento del risultato prefissato, cioè, la redazione di un PAES perfettamente calato nella realtà comunale di Gela, con la certezza della consegna del Piano nei tempi prefissati inizialmente e, cioè, il 31 dicembre 2014 e la certezza della sua approvazione da parte della Comunità Europea; e tutto ciò senza l'esborso da parte del comune di Gela di un euro dal  momento che tale progettazione  sarebbe stata redatta da tecnici interni all'Ente: 

quello che la dott.ssa Zanone, come invece sarebbe stato suo preciso dovere nell'interesse del Comune, non ha fatto, dichiarando l'inesistenza di tecnici di questo calibro alle sue dipendenze; ovviamente ed ancora una volta ci aspettiamo che il p.m., dott.ssa Secaccini e la Procura regionale della Corte dei Conti, accendano, efficacemente, i riflettori anche su questa vicenda.

Ma c'è di più: il PAES di Gela (Allegato 3), a firma del libero professionista, ing. Simone SIciliano, individua alcuni Settori principali di intervento, per ridurre le emissioni nocive in atmosfera e la bolletta energetica; tra questi, il Settore dei rifiuti solidi urbani, con l'obiettivo di incrementare la raccolta differenziata, dal 10% del 2013, all'85% (!) nel 2016 e con l'obiettivo dello sfruttamento di una fonte energetica rinnovabile, non fossile, come quella del biogas, utile a ridurre le emissioni in atmosfera di CO2. 

Ebbene in ambedue le misure (pagg. 69, 70, 71 e 72 del PAES) figura come soggetto promotore e/o coinvolgibile la Tekra s.r.l., cioè proprio la Società privata il cui contratto di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Gela è scaduto da quasi un anno: l'ing. Siciliano, vicesindaco non grillino dell'Amministrazione comunale grillina di Gela,evidentemente, ha a cuore le sorti della Tekra s.r.l. a tal punto da leggere, già nello scorso mese di gennaio, nella palla di vetro, l'ineluttabile conferma di tale Società come soggetto privato interessato a realizzare insieme al comune di Gela alcune misure consistenti del PAES, firmato dallo stesso Siciliano come libero professionista! 

The last but not least: l'ing. Simone Siciliano, oltre che Vicesindaco del grillino Messinese, oltre che assessore dello Sviluppo Economico, dell'Ambiente etc..., è anche titolare di una E.S.CO. (Allegato 4); per intenderci la E.S.CO. è una di quelle Società private indicate genericamente, e più volte, nelle misure del PAES, firmato dallo stesso Siciliano, come ipotetico soggetto promotore della maggior parte delle misure del PAES stesso!

Il Siluramento dell'Ass.re Nardo

E' quì il discorso si fa, oggettivamente, più interessante perchè l'ing. Simone Siciliano, per governare l'intero processo, che ricordiamo gronda di ipotetici finanziamenti Comunitari e non per oltre 50 milioni di euro, oltre che da progettista del PAES e supervisore dei processi conseguenti, ha necessità di acquisire, da amministratore pubblico, la conduzione diretta della Ripartizione comunale competente, cioè, la Ripartizione Ambiente, inizialmente affidata dal Sindaco neoeletto, Messinese, all'Esperto dott. Fabrizio Nardo. 

La necessità di impadronirsi della Ripartizione Ambiente del Comune da parte dell'ing. Siciliano, pare diventi più impellente allorquando l'Assessore Nardo, presa visione del report, da codice penale, delle vicende che coinvolgono: 

l'ex Sindaco Fasulo e la sua Giunta, unitamente alla Tekra s.r.l., al signor Giuseppe Incardona e alla dott.ssa Zanone, ambedue dipendenti del comune di Gela e pezzi del precedente Consiglio comunale, 

presenta, a quanto pare, in Giunta, a nemmeno un mese dal suo insediamento, una proposta di delibera di indirizzo dal contenuto inequivoco: 

per risolvere alla radice il problema dei rifiuti solidi urbani a Gela era necessario, per l'Assessore Nardo, innanzitutto disconoscere qualunque rapporto contrattuale con la Tekra s.r.l., rimuovere i dipendenti comunali che dalle risultanze del monitoraggio avevano dato prova di scarsa collaborazione e di essere più sensibili agli interessi della Tekra stessa che non a quelli del comune di  Gela e provvedere alla loro sostituzione.

Ma la dott.ssa Zanone, che il dott. Nardo voleva detronizzare, è la stessa dirigente che, appena un anno prima, aveva affidato proprio al libero professionista, ing. Simone Siciliano, e all'alter ego del Sindaco Fasulo, ing. Isidoro Mazzara di Campofranco, la redazione del PAES di Gela: non è necessario spingerci oltre nel commentare queste fatti e queste circostanze e ci limitiamo, perciò, ai risultati odierni: 

- il dott. Fabrizio Nardo è stato destituito dalla carica di Assessore dopo nemmeno un mese, pare, anche perchè soggetto piuttosto ingombrante pure per l'Eni (Allegato 5);

- l'ing. Siciliano ricopre ancora la carica di vicesindaco non grillino di Gela, Assessore all'Ambiente, Assessore allo Sviluppo Economico etc...;

- la dott.ssa Zanone, inadeguata per cultura, preparazione e titoli,  ricopre ancora l'incarico di Caporipartizione del Settore Ambiente, di cui è Assessore l'ing. Siciliano; ma probabilmente, come abbiamo accennato prima, la dott.ssa Zanone ha qualche altro titolo di merito ...;

- il signor Giuseppe Incardona, impiegato amministrativo della ripartizione Ambiente, continua a firmare le fatture della Tekra s.r.l. e a occuparsi del Servizio;

- la Tekra s.r.l., con il contratto scaduto da quasi un anno, con l'inciucio consistente nella illecita lievitazione del costo del Servizio a più del doppio di quello contrattualmente previsto (oltre seimilioni di euro in più!) e con la recente scoperta dei cassonetti sottratti, pare, fraudolentemente al comune di Gela per finire, maldestramente riverniciati, in altri comuni viciniori, continua imperterrita a svolgere il Servizio a Gela;

- di fatto, continua a non esserci alcun funzionario tecnico del comune di Gela che si occupi del Servizio in questione.

Non c'è che dire: un'operazione di cui tutto il popolo grillino e Beppe Grillo dovrebbero andare fieri!

 

CARTOLINA PER IL SIGNOR SINDACO GRILLINO DI GELA, DOMENICO MESSINESE 

Signor Sindaco, considerato il suo estremo riserbo, piuttosto fuori luogo su materie ed argomenti rispetto ai quali l'opinione pubblica gelese, che lo ha votato in massa, sarebbe curiosa di sentire le sue valutazioni e, soprattutto, le sue determinazioni amministrative, le spediamo questa cartolina da questo blog per dirle:

non bastano le denunce a Km 0  su quanto di sistematicamente discutibile è stato perpretrato con la raccolta dei rifiuti solidi urbani a Gela, specie se destinataria delle denunce è quella Procura della Repubblica, il cui Capo  ha ormai acquisito, è un nostro parere che vorremmo fosse al più presto smentito con i fatti e gli atti, la credibilità e l'autorevolezza di Topo Gigio ... ma torneremo sull'argomento specifico a giorni.

Per altro verso, pensare che si possa risolvere tutto per via giudiziaria è un errore: occorre un'efficace prevenzione; la prevenzione si fa facendo funzionare al meglio la macchina burocratica e i controlli; occorre personale competente, intelligente, preparato ed impermeabile a qualunque lusinga esterna: è così che si può ridurre, e di molto, la possibilità per i corrotti ed i corruttori di inquinare la vita pubblica cittadina.

Signor Sindaco, l'illegalità è anche dentro pezzi delle Istituzioni, locali e centrali, e non ha solo il volto del sangue e delle stragi, ma assume, di volta in volta, quello della corruzione, dell'inefficienza, dello spreco, dell'uso privato delle risorse pubbliche, dei mancati controlli, delle speculazioni edilizie, delle opere pubbliche inutili, delle devastazioni ambientali, degli inciuci finalizzati a favorire l'Ente petrolifero di Stato con in cambio qualche lauto incarico professionale al potente di turno o a qualche suo familiare, a tutto danno delle famiglie degli operai dell'indotto, ridotte sul lastrico e/o con qualche congiunto che ha già pagato il prezzo di indicibili sofferenze; l'economia criminale non è solo organizzazione mafiosa, è anche sistema sociale, blocco sociale, cultura sociale, è territorio strutturato in funzione dell'economia di rapina che condiziona e vampirizza il tessuto economico legale a forza di estorsioni, usura, truffe, appalti truccati: 

è consapevole che Lei, da Sindaco grillino del comune di Gela, deve porre argine a tutto ciò senza se e senza ma?

Liberarsi degli Assessori politicamente radioattivi e di quella oligarchia predatoria che sta celata più o meno dietro le quinte e che l'ha fatta da padrone negli ultimi quindici anni a Gela, quindi, potrebbe, dovrebbe essere, signor Sindaco, il primo segnale che finalmente, almeno nelle intenzioni,  dimostrerebbe ai gelesi ed al popolo grillino che Lei rappresenta a Gela, così come ha dichiarato appena eletto, che "... si vuole cambiare questa città ... mettendo il cittadino al centro della vita politica cittadina ...".

Il nostro pensiero va, giusto per un attimo, a questo punto ed infine, a quegli idioti  che, con  recentissimi avvertimenti pseudocamorristici, hanno ritenuto e ritengono di poterci intimidire: 

abbiamo lottato, senza retrocedere di un millimetro, contro autentiche bestie feroci travestite da deputati e/o da distinti pubblici amministratori, non saranno certo quattro coglioni ad impedirci di continuare ad informare l'opinione pubblica su questioni che, a nostro giudizio, sono di prevalente, comune interesse.

Roberto Sciascia

 

 
 

                                                                                

Impresentabile?

cerchiamo di spiegare perchè...

 

OPERAZIONE

"Non si sevizia così un paperino!"

 

 Nessuna solidarietà per la dott.ssa Borsellino:  

 prendiamo le difese di c@@o sbiancato …

 

  

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Ora si fa a gara su chi prende le distanze più larghe dal Pappagone di Sicilia: Lupi, Faine, Tutankamen, Doberman, Craccolicci improvvisati si sono svegliati da un letargo di circa tre anni per chiedere a furor di popolo le dimissioni dell’Orco.

E’ il settimanale L’Espresso che, a quanto pare, nel numero in edicola il prossimo sabato, 18 luglio 2015, svela un’intercettazione da brivido (sì, ma vecchia di due anni!) tra il grande capo, C@@O sbiancato, ed il suo chirurgo plastico, ai domiciliari da qualche settimana per disposizione del Tribunale di Palermo.

Il grande capo C@@O sbiancato: sembra l’appellativo di un grande capo indiano, di quelli che hanno popolato le praterie del Far West.

Certo che del grande capo indiano cinematografico qualche connotato non gli manca: un italiano stentato, una corona di variopinte piume di pavone che sembrano adornargli il capo, il piglio di chi non deve chiedere mai e di chi non scende mai a compromessi (augh!); 

un’icona ossequiata, quasi idolatrata, per circa tre anni da una classe politica e non, di nani da giardino che si sono ingrassati alla sua corte, che hanno subito perfino umiliazioni per colpa di C@@O sbiancato ed il riferimento quì è proprio alla dott.ssa Lucia Borsellino, a cui non sono sembrati sufficienti i sepolcri imbiancati, via via venuti allo scoperto, di una Direzione politica regionale inetta, ingannevole ed approssimativa; nemmeno il caso Humanitas è servito a convincerla a ritirarsi in buon ordine e prendere, nette, le distanze da un levantino spregiudicato ed incompetente a cui ha fatto da salvifica foglia di fico per troppo tempo: ha avuto bisogno che le sventolassero sotto il naso un’intercettazione del cui contenuto non avrebbe dovuto meravigliarsi più di tanto, dopo tre anni passati alla Corte del grande Capo C@@O sbiancato!

Così come gli 89 nani da giardino che popolano quell’emiciclo che appare sempre più simile ad una bolgia dell’ottavo cerchio dantesco o, piuttosto, ad una regione del nono cerchio: quello dei traditori; traditori di una Sicilia che non merita un personale politico così squalificato.

E che dire della cosìdetta carta stampata:

qualcuno, e per fare nome e cognome, il dott. Bruno Manfellotto, allora Direttore dell’Espresso, dovrebbe spiegare che cosa ha di raccapricciante la notizia da brivido dell’ultima ora, da meritare lo scoop nel settimanale, rispetto a quella che lo stesso Manfellotto aveva acquisito, per il tramite di un suo Caporedattore, il 9 ottobre di tre anni fa e, cioè, la dichiarazione telefonica dell’allora candidato nel Listino di Crocetta, Antonio Malafarina, che svelava le inclinazioni sessuali di Crocetta, allora candidato Governatore della Sicilia, e la sua storia d’amore con un pericoloso killer della mafia gelese, notizia colpevolmente nascosta, alla faccia dell’etica professionale!

A proposito di etica professionale, una considerazione ci permettiamo di fare:

se, malauguratamente, la dott.ssa Borsellino, in questi due anni di occultamento di questa tremenda intercettazione telefonica, fosse stata vittima di un qualche attentato, come si sarebbero giustificati i signori magistrati a conoscenza dell'intercettazione stessa: avrebbero distrutto la bobina

Mhhhhh ... non credo che siamo messi molto bene ...

Ci fermiamo quì, schifati  più che dal grande Capo C@@O sbiancato, da coloro i quali solo ora, probabilmente, troveranno da ridire sulle turbative d’asta per centinaia di milioni di euro ordite da Crocetta & Soci, e su determinate amicizie, probabilmente, di solidissimo interesse del Presidente della regione: non ci stupiremmo, ad esempio, se saltasse fuori la notizia che il Tunisino ex collaboratore del deposto dittatore Ben Alì, tale Amin Abdel Alì, assurto ad incarichi di rilievo alla regione Sicilia per volere di Crocetta, non fosse nient’altro che un clone di Malafarina e Marino, così come  non ci stupiremmo più di tanto se fra i tanti nani da giardino che popolano l’Universo politico siciliano, la maggior parte girasse il capo dall’altra parte, pronti ad incensare il prossimo candidato Governatore Pd, cromosomicamente affine al suo predecessore.

Buon ferragosto, a chi può …

                                                                                                      Roberto Sciascia. 

 

OPERAZIONE

"Livatimillu davanti l'occhi accomu e'gghie!"

Atto 3° 

 

Oggi, 29 maggio 2015, la DIGOS di Gela ha notificato la convalida del sequestro preventivo dello striscione che ha tenuto banco in questi giorni sui mass media (lo pubblicheremo appena avremo acquisito l'assenso di Saverio Di Blasi e Emanuele Amato stranamente coinvolti dalla Procura nel provvedimento). 

Si doveva porre rimedio, a nostro avviso, ad una sciocchezza: l'avere messo il bavaglio ad un manifesto che denunciava, ancora una volta, dei crimini intollerabili commessi da esponenti che rivestono cariche pubbliche di rilievo nel nostro Territorio,  per illustrare i quali l'Autore chiedeva semplicemente di essere sentito dal Presidente del Tribunale.
Ed il rimedio, sotto forma di argomentazioni presuntamente utili a giustificare il sequestro del manifesto, rivela tutta la sua artificiositá laddove cerca di confondere gli autori e responsabili del manifesto (
uno solo: l'ing. Sciascia) con coloro che dal manifesto probabilmente pensavano di trarne qualche vantaggio elettorale perché in corsa per la sindacatura di Gela.
Che il Responsabile dell'iniziativa fosse uno ed uno solo é dimostrato dalla denuncia preventiva (
Allegato 1) che l'ing. Sciascia ha inoltrato alla DIGOS di Gela il giorno prima dell'istallazione del Manifesto nel piazzale antistante il Tribunale di Gela e dal Verbale di sequestro preventivo, firmato dallo stesso ing. sciascia (Allegato 2)
La DIGOS ha proceduto al sequestro preventivo la stessa mattinata del 25 maggio,
appena due ore dopo l'affissione: a quel momento non c'era stata ancora alcuna supposta strumentalizzazione di terzi che, comunque, in quanto tali, avrebbero dovuto rispondere personalmente di altre condotte, eventualmente, penalmente rilevanti, ma che nulla avevano anche vedere con l'affissione del manifesto.
Quanto riportato per iscritto nel manifesto (
Allegato 3), esposto, é bene ricordarlo, all'interno di un'area privata, era semplicemente una denuncia dell'operato di alcun pubblici amministratori: se un periodico della carta stampata (vedi Panorama del 29 novembre 2012), riporta in un articolo frasi presuntamente diffamatorie a carico di qualche pubblico amministratore, l'A.G., a seguito di specifica denuncia, formalizza un'istruttoria penale, ma non ha, a nostro avviso, il potere di sequestrare il periodico, nel senso che l'esito di una qualunque denuncia per diffamazione é e rimane una Sentenza che non può mai e poi mai contemplare un sequestro preventivo del mezzo (in questo caso uno striscione in PVC, piantato all'interno di un'area privata) sopratutto se utilizzato per pubblicizzare una denuncia contro dei pubblici amministratori. Ancora una volta, si é posto in essere, come qualche mese fa, un atteggiamento di censura verso chi ha semplicemente denunciato alcuni comportamenti penalmente rilevanti nell'attivitá, in questo caso, del Sindaco di Gela, del Presidente della regione Sicilia e del Commissario liquidatore dell'A.T.O. Cl2.
Se una censura, grave, é da muovere, questa dovrebbe essere rivolta contro la Procura della Repubblica di Gela e, specificamente,  in quel o quei Magistrati che, probabilmente, non hanno resistito all'impulso di disporre il sequestro di un manifesto che, probabilmente, é stato letto come un atto di accusa verso quella stessa Procura ampiamente inadempiente sui temi proposti nel manifesto in questione.

Ancora una volta si é preferito guardare il dito piuttosto che la luna: il Sindaco di Gela, avv. Angelo Fasulo, il Presidente della Regione, Crocetta, e il Commissario liquidatore dell'A.T.O. Cl2 devono rispondere alla Giustizia di gravissimi reati contro la p.a. penalmente rilevanti: la Procura della Repubblica di Gela é stata vanamente compulsata, in questi ultimi anni, con decine di denunce su questi stessi temi, l'ing. Sciascia, ancora una volta destinatario di un provvedimento, illegittimo, di censura delle sue denunce, ha illustrato, con dovizia di particolari, in un suo blog su Internet il comportamento, deviato, dei suddetti amministratori, fino a pubblicare un libro (Allegato 4) che, oltre ogni ragionevole dubbio, avrebbe dovuto suscitare il doveroso interesse di quella stessa Magistratura, che, invece di verificarne l'attendibilitá ed approfondirne tutti i risvolti, come suo preciso dovere, é oggi impegnata, pilatescamente, nel tentativo di strozzarne la voce e narcotizzare i cittadini interessati a saperne di più con certezza di veritá e di giustizia.

L'impressione, sempre più netta, che si trae anche da quest'ultima vicenda è che più di un soggetto, depositario di responsabilità apicali, sia convinto, che contribuire a tirare fuori il peggio di noi stessi ne riduca le consistenti responsabilità omissive e, in definitiva, ne azzeri gli sciagurati, collusi silenzi: se è così è una pia illusione; andremo fino in fondo a questa storia, senza se e senza ma, fino a quando risalteranno con nitidezza i profili di responsabilità di ciascuno, candidato o non candidato, eletto o trombato, in corso di trasferimento o ancora di ruolo a Gela.

 

OPERAZIONE

"Livatimillu davanti l'occhi accomu e'gghie!"

Atto 2° 

Due ore sono state sufficienti alla Digos (dal momento dell'affissione dello striscione che era stato posizionato all'interno di un'area di proprietà privata, nel piazzale antistante il Tribunale di Gela, contenente delle denunce a carico di pubblici amministratori e l'invito al Presidente del Tribunale, dott. Paolo Fiore, di convocare l'autore delle denunce per avviare una seria campagna di pulizia e di giustizia nella p.a.)  per sequestrare preventivamente lo striscione in questione, mentre due giorni non sono bastati alla stessa Digos per notificarci il Decreto, a firma del Giudice, di conferma del sequestro, come previsto per legge in questi casi ed a garanzia di chi subisce il sequestro.

Alla scadenza delle 48 ore, ci siamo recati presso gli uffici della Digos di Gela per avere restituito, in assenza di notifica del Decreto di conferma del sequestro, lo striscione, a nostro avviso, comunque illegittimamente sequestrato.

Ebbene: ci è stata negata la restituzione dello striscione!

 

 

OPERAZIONE

"Livatimillu davanti l'occhi accomu e'gghie!"

Atto 1° 

Alle ore 13:30 di oggi, 25 maggio 2015, la Digos di Caltanissetta ha sequestrato preventivamente uno striscione, che era stato posizionato, UN PAIO DI ORE PRIMA, all'interno di un'area di proprietà privata, nel piazzale antistante il Tribunale di Gela, contenente delle denunce a carico di pubblici amministratori e l'invito al Presidente del Tribunale, dott. Paolo Fiore, di convocare l'autore delle denunce per avviare una campagna di giustizia e di pulizia seria nella p.a.  . Pubblichiamo, dopo ampio dibattito interno, il Verbale del sequestro preventivo in questione perchè non riusciamo a farcene una ragione: nel Verbale non c'è nessuna indicazione utile a giustificare il sequestro (al contrario: viene dato atto che lo striscione contiene una denuncia su presunti fatti commessi dall'Amministrazione comunale di Gela ...) qual'è l'insegnamento allora: che se un cittadino denuncia dei gravissimi fatti commessi dalla p.a., invece di essere immediatamente sottoposto ad interrogatorio per verificarne l'attendibilità e l'eventuale conferma di fatti penalmente rilevanti a carico di pubblici amministratori, viene di fatto oscurato nella sua denuncia?                                                                    Se è così, possiamo spingerci fino a classificare tale iniziativa come demenziale?                                                                               Siamo, comunque, sicuri che il Presidente del Tribunale, dott. Paolo Fiore, approfondirà la dinamica di quanto molto poco chiaro accaduto e culminato, ripetiamo, nell'illegittimo sequestro preventivo di uno scritto non opponibile, per diritto garantito dalla Costituzione, da alcuna Autorità e vorrà vederci chiaro anche in tutto quanto il resto: almeno questo è il nostro auspicio.

(il Verbale di sequestro preventivo ...)

* * * * * * COMING SOON * * * * * * E' una sorta di 'sodomia del potere', caratteristica peculiare, da sempre, di Crocetta, attuale presidente della regione Sicilia, che deve avere definitivamente contagiato tutte le mezze e losche figure che continuano, imperterrite, a gestire la cosa pubblica a Gela e dintorni, incuranti dei danni per milioni di euro fin quì causati alla collettività; parliamo, ovviamente del Sindaco di Gela, Angelo Fasulo, della sua Giunta, della maggior parte dei Consiglieri comunali di Gela e dei loro 'collaboratori di ingiustizia': nel 2011, emulando Alì Babà e i suoi quaranta ladroni (quì forse sono parecchio di più), hanno assaltato e occupato l'A.T.O. Cl2, Ente pubblico partecipato dal comune di Gela tuonando contro chi, conoscendoli bene, aveva vanamente opposto resistenza alla probabile, scientifica, demolizione del miglior sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani dell'Isola con annessa discarica di Timpazzo, realizzata, tra le pochissime in Sicilia, a norma Decreto Ronchi ed al conseguente saccheggio del denaro pubblico che costoro si preparavano a razziare servendosi, tra l'altro, oltre che di un autentico ladrone (l'avv. Giuseppe Panebianco, sodale del Presidente della Regione, Crocetta, del Sindaco di Gela, Fasulo e del potentissimo consigliere comunale di Gela, Enrico Vella) anche di ampi Settori del Tribunale di Gela e di qualche novello Tex Willer. Il risultato, oltre che i diversi milioni di euro sottratti alle casse comunali, e, quindi, ai cittadini gelesi, di cui vi abbiamo dato, fino ad oggi vano, ampio e certo resoconto, è sotto gli occhi di tutti: il predatore principe anche di questa storiaccia, Rosario Crocetta, da Presidente della regione, dopo circa tredici anni di continua emergenza regionale nel Settore dei rifiuti, oggi ha la faccia tosta di chiedere al Governo nazionale ampi poteri commissariali per gestire la discarica pubblica di Timpazzo, oltre che le altre in Sicilia e, più in generale, il sistema della raccolta dei rifiuti nell'Isola, perchè, dopo due anni e mezzo della sua regia, il sistema è a un passo dal default: bene, abbiamo già denunciato anche attraverso questo Blog le turbative d'asta, per centinaia di milioni di euro, sistematicamente ordite dal sistema Crocetta e dal 'Ministro dei lavori pubblici dell'Antimafia', spiegandone gli aspetti più aberranti e, nel contempo da tipici idioti arroganti, posti in essere; ci accingiamo a pubblicare, nei prossimi giorni, la sesta puntata di questa ennesima storiaccia, che, non a caso abbiamo intitolato "Minestra cunzata" e che non ha nulla da invidiare, come vedremo, agli scandali Expò di Milano, Mo.S.E. di Venezia, Monte dei Paschi di Siena, Mafia capitale di Roma, etc..., consapevoli che, se per colpa anche di un grumo di Magistrati collusi e privi di briciole di dignità, questa ennesima denuncia tarderà ad avere i suoi effetti, ne riteniamo comunque sicuro l'esito perchè convinti che, in fondo, il sistema Giustizia in Italia è l'ultimo caposaldo di democrazia che ci resta e che ancora si pone come garante dei cittadini onesti e a presidio della salvaguardia delle istituzioni ...
O.K.: Dissequestrato il cap. 3 di "Minestra cunzata" ...

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OPERAZIONE

FACCIAMO COME C@@@O CI PARE!

ATTO I°

 

 

Pompe di benzina a go-go

(segue ...)

(Allegato 1) (Allegato 2) (Allegato 3)

(Allegato 4) (Allegato 5) (Allegato 6)

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OPERAZIONE PONZIO PILATO

L'etica e la politica dell'On.le Calogero Speziale

Gelese, 64 anni, cinque legislature da Deputato all’A.R.S., con un'intervista ad un foglio locale, l'ex deputato regionale del P.D., Calogero Speziale, lancia, secondo lui, una bomba intelligente sulla vicenda scoperchiata dalla Procura della Repubblica di Gela, relativa alla Residenza Sanitaria Assistita dell'ing. Renato Mauro, e, da presunto indagato, ritiene di difendersi dichiarando: "Lo rifarei altre mille volte: portare in questo Territorio cento posti letto e garantire ulteriori servizi sanitari era il mio dovere di politico ... prosegue affermando ... siamo riusciti a sconfiggere i comitati d’affari catanesi e agrigentini - ed ancora - … Se le autorizzazioni o gli accreditamenti non sono stati rilasciati in maniera regolare non è certamente un mio problema

.

Pensiamo sia il caso di tentare di spiegargli due o tre cose ...

(segue ...)

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Figlie di un Dio minore ...

 

 Ci riferiamo, nel titolo, alle impiegate del Comune di Gela, non tutte ovviamente:

a quelle, che, anche per colpa di taluni, che manovrano all'interno ed all'esterno del Tribunale di Gela, sono così bistrattate da sembrare create da un Dio meno capace, e perciò meno fortunate: "aranci di 'nterra"  si dice dalle nostre parti, a cui va tutta la nostra solidarietà e, riteniamo, anche quella di chi legge ...

(segue ...)

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ringhiere   affabulatrici ...

* * * * * * COMING SOON * * * * * * La "munnizza" d'oro del Sindaco di Gela, avv. Angelo Fasulo, del suo sodale, avv. Giuseppe Ventura, della yeswoman di turno, dott. Patrizia Zanone, e del 'tuttofare', impiegato di gruppo B, sig. Giuseppe Incardona ...
CHI HA "COMPRATO" LINK SICILIA?

(segue ...)

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OPERAZIONE "Ghe pensi mi ..."

 

La Sentenza farlocca del giudice Lirio Conti

 

6 maggio 2012: "Gela è uno dei pochi posti in

cui la Giustizia non ha mai girato a vuoto ..."      

 

Dopo circa dodici anni di permanenza al Tribunale di Gela, il Giudice Lirio Conti, originario di Niscemi, nel mese di febbraio 

del 2013 prende servizio al Tribunale di Caltanissetta; tra le pendenze da definire al Tribunale di Gela c'è la processo per rito abbreviato durato circa tre anni. E'  il 19 dicembre 2013 che Lirio Conti firma la Sentenza n. 102 (Allegato 1) relativa al processo penale in questione a  carico  di  9 persone, tra imprenditori privati, dirigenti e tecnici dell'A.T.O. Cl2 (vicini all'ex sindaco di Gela, Crocetta, ed all'attuale Sindaco Fasulo) accusati di vari reati, tra cui la turbativa d'asta, l'abuso di ufficio etc... : tutti assolti!

  (segue ...)

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OPERAZIONE

“La montagne a accouché d’une souris”

Il rinvio a giudizio dell’ing. Renato Mauro

 

Colpito, probabilmente, da un senile delirio di onnipotenza, il Direttore Generale, abusivo, del comune di Gela, ing. Renato Mauro, lo scorso mese di febbraio, ha preso carta e penna e, con una circolare indirizzata al Sindaco, al Segretario Generale, ai Dirigenti comunali ed ai Revisori dei conti del comune di Gela, diffonde (Allegato 1) un comunicato contenente una serie di cazzate al solo scopo di denigrare pesantemente e gratuitamente un dipendente comunale, di cui fa il nome, ed altri ex dipendenti che,  forse con un barlume di lucidità e di codardia, non identifica, ma indica genericamente come notoriamente legati ad ambienti mafiosi e criminali

Nel giro di qualche mese, il solerte Giudice D’Antona, della Procura della Repubblica di Gela, esperita la fase istruttoria, dispone   il rinvio a giudizio dell’ing. Mauro per diffamazione, ai sensi dell’art. 595, comma 1 e 2, del codice di procedura penale (Allegato 2) e lo manda, diritto, diritto davanti il Giudice di Pace.

            Sembrerebbe un atto di coraggio quello compiuto dal Sostituto Procuratore D’Antona se non fosse che, in redazione, 

qualcuno ha avanzato l’ipotesi che anche questa volta l’ing. Mauro, caposaldo della premiata cricca del Presidente Crocetta, del Sindaco Fasulo & Soci, ha avuto dalla Procura della Repubblica di Gela un trattamento di riguardo; vi spieghiamo perché …

(  segue ...  )

(Allegato 1) (Allegato 2) (Allegato 3)

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Operazione 

“Swimming pool”

La piscina abusiva della Giunta Crocetta di Gela

 

Tiene banco, tanto per cambiare, della serie “come mi sbarazzo dell’ennesimo assessore per cercare di mantenere a galla un Governo regionale più che traballante”, l’affaire dell’Ass.re regionale Sgarlata e della sua piscina privata (costruita in elevazione e, perciò, a quanto pare, anche smontabile).

Peccato che Crocetta utilizzi un argomento che ancora una volta ne esalta le eccelse doti di quaquaraquà (termine fonosimbolico della lingua siciliana riferita ad una persona particolarmente loquace, ma priva di capacità effettive, per questo ritenuta scarsamente affidabile) Il quale usa il pugno duro contro un presunto illecito edilizio (tutto da provare) di un suo assessore, ma chiude gli occhi  su casi molto più gravi, difendendo l’indifendibile, non tenendo conto, persino, di averne, lui personalmente ed i suoi scagnozzi, combinate di peggiori quando era Sindaco di Gela ...

(segue ...)

(Allegato 1) (Allegato 2) (Allegato 3)

(Allegato 4) (Allegato 5)

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 OPERAZIONE

 “FALSE PAPERS” 

Storie maledette -

 

TRE MASCALZONI?

  

 

IL GIUDIZIO A CHI LEGGE

 

Questa volta prenderemo per mano chi legge e lo accompagneremo nel regno di Oz; anche qui, come nell’omonima saga, incontreremo un Leone senza coraggio, uno spaventapasseri senza cervello ed un uomo, si fa per dire, di latta, semianalfabeta, malvagio e senza cuore: compito di chi legge individuarne i profili ...

(segue ...)

(Allegato 1) (Allegato 2) (Allegato 3)

(Allegato 4) (Allegato 5(Allegato 6) (Allegato 7)

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OPERAZIONE MANGIAFUOCO

 

 

  

Parliamo del Sindaco di Gela, Angelo Fasulo (nella terza foto dall'alto

con l'avv. Giuseppe Panebianco, truffaldino liquidatore dell'A.T.O. Cl2),

49 anni avvocato, e del suo Assessore multiforme e associazionista

avv. Giuseppe Ventura (quarta foto a destra), 39 anni, pure lui avvocato 

ed esperto legale in imprese ed Enti pubblici:

 hanno preferito coprirsi di ridicolo e fare la figura degli idioti,

rilasciando due separate interviste demenziali ad una Tv locale, 

piuttosto che assumersi la piena responsabilità di avere consentito che

 dei ragazzini minorenni vengano sfruttati per 6 ore al giorno, a respirare

i miasmi di alcune improbabili isole ecologiche (in realtà, degli immondezzai 

a cielo aperto!), senza avere consultato l'Ispettorato del Lavoro, senza

misure di protezione e salvaguardia, senza avere visto e consultato

il Capitolato Speciale di Appalto che regola il Servizio di raccolta

dei rifiuti solidi urbani di Gela, in barba alle Leggi di Settore (pare che ci sia una sola 

Associazione in Sicilia abilitata a questo genere di prestazioni), alle norme

di salvaguardia per la salute dei minori e l'accertamento della loro idoneità fisica, e tutto ciò per 

una controprestazione economica di 250 euro mensili: 

“Gli Stati riconoscono il diritto di ogni minore ad essere protetto

contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto ad

alcun  lavoro che comporti rischi o sia  suscettibile di porre 

repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o

 al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale”: 

così dice l’articolo 32 della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.

(segue: 

 la denuncia alle Autorità competenti 

contro il Sindaco, avv. Angelo Fasulo, 

il progettista, ing. Crocifisso Cassarà

e il r.u.p., ing. Concetta Meli ... )

 

 

 

PAGINE IN RICOSTRUZIONE ...

 

 

NOTIZIE FLASH

1) Spending rewiew, 

      delibere comunali

      e controlli

2) I Geni della

       lampada

          Alleg ato 1

        Allegato 2

        Allegato 3

        Allegato 4

        Allegato 5

 

3) Burattini,  

       Marionette,

      Pupari e

      Opere di Carità

        La Residenza Sanitaria

        dell'ing. Renato Mauro

        & Soci 

4) La trasparenza

       amministrativa

       dell'ing. Mauro e

       dell'ing. Lombardo

        Allegato 1

        Allegato 2  

5) Operazione 

    "TUTTO A POSTO":

     Il Sindaco Fasulo e

       la sua Giunta 

       spendono

       200mila euro

     all'anno

      per affittare   un'area

       privata abusiva    

 

         Allegato 1

         Allegato 2

         Allegato 3

         Allegato 4

         Allegato 5

            Allegato 6    

       Allegato 7 

         Allegato 8

 

RUBRICHE

1) La fisica

      quantistica e

      le sue scoperte

2) Il miracolo del

      pontile sbarcatoio

      Allegato 1

      Allegato 2

      Allegato 3

      Allegato 4

3) Lascia o

      raddoppia?

      Allegato 1

       Allegato 2